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venerdì 19 gennaio 2018

INTERVISTA AD UNA RAGAZZA MADRE - PARTE II

LA FELICITA' ARRIVA SEMPRE
 
 
 
 
 
ARRIVA IL MOMENTO DEL PARTO... Ho avuto un parto un po' difficile. Sono entrata alla 42° settimana senza ancora accusare niente. Poi all'improvviso le doglie arrivarono, i miei mi portarono di corsa in ospedale. I dolori erano allucinanti, forse non avevo prima nemmeno pensato alla sofferenza che avrei potuto provare in quel momento... Dopo ore finalmente nacque il mio cucciolo, lo sentì piangere, un'emozione fortissima si impossessò di me... Era così piccolo... era il mio piccolo!Nonostante fosse nato di parto naturale, ebbi bisogno di alcuni punti. Rimasi due giorni a letto, non riuscivo a muovermi. In quel periodo ci fu un'influenza molto contagiosa, quindi i bimbi appena nati li tenevano per cautela nel reparto di neonatologia, per questo motivo non ebbi il mio tesorino vicino. Furono i due giorni più lunghi della mia vita...  Il terzo giorno, nonostante i dolori, cercai di alzarmi e con l'aiuto dei miei andai dal mio lui. Appena lo vidi me ne innamorai subito, era bellissimo e fui subito convinta del fatto che mi avrebbe dato quella serenità e felicità di cui avevo tanto bisogno. E' vero che sono diventata mamma molto giovane, ma lui è diventato la mia forza per lottare ed andare avanti.

SI APRE UN NUOVO CAPITOLO NELLA TUA VITA CON LA PRESENZA DI QUESTO BIMBO. COSA HAI FATTO DOPO? I miei mi aiutarono fin da subito, ma mi resi presto conto che le spese per un neonato erano considerevoli, se pensi a pannolini, latte, vestitini, medicine.... tutte cose a cui non puoi dire "vabbè, questo lo compro il mese prossimo". Decisi quindi di darmi una mossa. C'era in quegli anni una sorta di servizio civile, si chiamava "cantiere scuola", a cui si poteva accedere per guadagnare qualcosina. E così, visto che mia madre di mattina era a casa, lasciavo mio figlio a lei e andavo. Cercai di pesare il meno possibile sulle spalle dei miei, ci provai. A volte sentivo dire in giro che qualche vecchietta aveva bisogno di aiuto nella pulizia della casa ed io andavo per arrotondare qualcosa. Questo però di nascosto dai miei, perché loro non volevano che stessi molto fuori, una giovane madre deve occuparsi principalmente del proprio figlio. Passarono così due anni e mezzo, tra costanti sacrifici e gioie immense nel vedere il mio bambino crescere, sorridere, mettere i primi dentini, camminare... ogni suo successo era anche il  mio.

POSSIAMO DIRE CHE LA TUA VITA NON E' MAI STATA MONOTONA. SUCCEDE SEMPRE QUALCOSA... Si. Un giorno un altro amico, tra una chiacchiera e un'altra, mi inizia a parlare di un ragazzo che purtroppo si era intestardito a portare avanti una storia con una ragazza con cui non andava molto d'accordo ma a cui teneva, aveva voluto sposarla ma il matrimonio non fu un lieto fine, perché dopo poco era arrivato il divorzio. Ne era uscito devastato e deluso. Fui di nuovo incuriosita molto, forse la sua storia mi convinse che magari era un ragazzo serio, da conoscere sicuramente. Questo amico cercò di rimandare un possibile incontro tra noi due, forse aveva paura sia per me sia per lui visto le storie poco felici che avevamo alle spalle. Il ragazzo però mi cercò su Facebook e mi chiese il numero. Mi ispirò fiducia, una fiducia mai provata prima.

COSA HAI PENSATO QUANDO LO HAI VISTO LA PRIMA VOLTA? Matritta....! (e ride)

HAI AVUTO PAURA DI QUESTA NUOVA CONOSCENZA? Si, dopo quello che mi era successo, non fu semplice per me.. Ma la voglia di parlargli non mi faceva dormire la notte. Fu una sensazione strana, un qualcosa che non avevo mai provato prima. Non riuscì a nascondere per molto questo a casa. Raccontai presto tutto, era doveroso da parte mia visto quello che la mia famiglia aveva sempre fatto per me. Forse stavolta avevo bisogno di sentire il loro parere, avere un appoggio da parte loro per me era indispensabile.

I TUOI COSA HANNO PENSATO STAVOLTA?  Sinceramente hanno avuto parecchia paura, due storie difficili, la mia e la sua, la presenza di un bambino che rende tutto ancora più delicato. Mio figlio non aveva mai avuto una figura paterna vicino, a mio padre lo ha sempre chiamato nonno, nonostante fosse l'unico uomo della casa e lui fosse così piccino, ha sempre capito che fosse il nonno. Voglio dire, a volte i bambini piccoli, soprattutto in situazioni simili, si confondono, mixano i ruoli, ma lui no, mai. I miei avevano paura che mio figlio potesse vedere in questo ragazzo il padre mai avuto, si potesse affezionare a lui e potesse prendere magari la grande delusione di una storia che non va. Mi hanno raccomandato stavolta di conoscerlo bene, frequentarlo, riflettere bene su quello che facevo. Mio padre per un periodo rimase molto sulle sue, ripeto a protezione di mio figlio.

QUANDO HAI CAPITO DI ESSERTI INNAMORATA? Una sera eravamo seduti sulle scale di S. Giacomo, lo guardai negli occhi e mi resi conto di sentire le farfalle nello stomaco, il solito esempio che si fa banale, ma è quello che sentì. Da lì capì che il sentimento che stava iniziando a nascere era davvero qualcosa di forte, più forte rispetto a quello che avevo provato prima.

IL PRIMO BACIO? Era il 3 luglio. Stavamo passeggiando una sera, quando lui si avvicinò a me con la scusa che avevo qualcosa sul naso e mi rubò un bacio. Da quel momento è iniziata la nostra storia.

DOPO CHE SUCCEDE? Dopo poco l'ho presentato ai miei genitori, in Sicilia si usa ancora che il fidanzato parli con i genitori di lei. In particolare mio padre ci teneva a conoscerlo, soprattutto a parlargli a quattr'occhi.

MA LI HAI LASCIATI SOLI IN UNA STANZA? no, mio padre gli ha offerto il caffè al bar e io non ci dovevo essere... (ride)

COSA HAI PENSATO? PANICO? Mi ripetevo " o cavolo, speriamo che gli piaccia" Stavolta sarei diventata matta davvero! Panico? Si, parecchio. Anche mia madre pregava Dio che gli piacesse.

COME TUTTI I GENITORI SOGNAVANO IL PRINCIPE AZZURRO PER LA PROPRIA FIGLIA? Si. Purtroppo questo principe azzurro è arrivato un attimo dopo nella mia vita, perché quello di prima fu più che altro un cavaliere scassato.

COME FU IL VERDETTO? Assolutamente positivo. Con il tempo impararono pure loro ad apprezzarlo molto, adesso lo adorano.

IL BAMBINO LO PORTAVI CON TE QUANDO USCIVI CON IL TUO NUOVO COMPAGNO? Si, lo portavo con me. La cosa che mi ha più stupito è stato il fatto che mio figlio dalla prima volta che lo ha visto lo ha chiamato papà. Gli è venuto istintivo. Non me lo aspettavo. Ho provato una sensazione stranissima. sentirlo pronunciare quella parola che mai aveva utilizzato e rivolgerla alla persona di cui mi ero davvero innamorata, fu una sensazione.... stranissima... bellissima... Mi ha dato la conferma di cui avevo bisogno, ha instaurato un legame fortissimo con lui da subito. (piange commossa)

LA TUA REAZIONE? Le lacrime di commozione uscivano da sole, un momento bellissimo, uno dei più magici.

QUANDO HAI CONOSCIUTO LA FAMIGLIA DI LUI?  Era periodo di Natale quando andai da loro la prima volta. Mia suocera mi apparve un po' preoccupata, dopo la brutta esperienza del figlio capivo la loro diffidenza. Non sapevo cosa dire e come comportarmi. Il mio compagno mi aveva detto che erano rimasti abbastanza toccati dalla fine del suo matrimonio. Io non volevo che mi vedessero un'intrusa. Col tempo abbiamo instaurato un bel legame, mi hanno conosciuta. Odiamo sia io che mia suocera i pettegolezzi e le mezze parole. Si parla con estrema onestà, sempre nel rispetto l'una dell'altra.

HAI AVUTO PAURA DI PREGIUDIZI? Si. Temevo che il fatto di essere una ragazza madre creasse false idee. Potevano anche pensare che fossi una ragazza solo in cerca di un matrimonio che "sistemasse" agli occhi della gente la mia vita. Lui però mi tranquillizzava.  Mi diceva che tutti, compreso le sorelle, erano persone comprensive, prive di pregiudizi, che se si legano ad una persona dimostrano il loro affetto. Avevano solo paura di vederlo di nuovo soffrire e avevano bisogno di comprendere chi avessero davanti. Col tempo hanno capito quanto ci tengo davvero tanto a lui e sono più tranquilli. Sia la mia famiglia che la sua si sono incontrati e sono andati subito d'accordo.

POI AVETE DECISO DI ANDARE A CONVIVERE... Si. Un giorno avevo tanta voglia di vederlo, presi la macchina dei miei, portai con me mio figlio e da Caltagirone mi diressi verso Ragusa, dove abitava lui. Però ebbi un incidente, l' auto si capovolse, la demolì completamente, ma io e il mio bambino non ci siamo fatti molto male. Chiamai subito lui, in pochissimo tempo mi raggiunse. Si spaventò tantissimo e mi disse se volevo andare a convivere con lui per stare per sempre insieme.

DOPO QUANDO TEMPO? Un anno e mezzo.

COME HA PRESO QUESTO CAMBIAMENTO TUO FIGLIO? Faceva giustamente tante domande. lasciare casa dei nonni, andare in una nuova abitazione, nuova città, nuovo asilo e compagnetti. I primi periodi lo portavamo spesso dai miei, in modo da non fargli sentire molto la mancanza e ammortizzare il più possibile il cambiamento.

DA QUESTA CONVIVENZA HAI AVUTO UN ALTRO BAMBINO. PAURE? Volevamo dare una compagnia al mio primo figlio. Ebbi un po' timore, involontariamente ho rivissuto il mio passato. Mi fidavo del mio compagno, ma la paura in un altro abbandono ci fu per un po'. Però questo si mescolava con tanta felicità per il presente. Ricordo che feci il test alle 5 del mattino, quando vidi che era positivo corsi a svegliare lui. Dapprima non capì bene, anche perché stava dormendo ancora. quando comprese la novità ne fu felicissimo. Col passare dei mesi la mia gioia crebbe, finalmente ho qualcuno accanto che mi ama e non scappa. Finalmente vedo un futuro per me.

SEI FELICE? Si, tanto. A volte ci sono problemi sia col lavoro, con lo stipendio, con i caratteri nostri ma tutto si supera se lo si vuole davvero.

TI FACCIO UNA DOMANDA FORTE. HAI MAI PENSATO, QUANDO TI SEI RITROVATA SOLA, DI PRENDERE UNA DECISIONE DRASTICA NEI CONFRONTI DELLA GRAVIDANZA? No, sono contro l'aborto. Avevo 17 anni, una nuova esperienza, mille paure, ma mai per un attimo ho pensato di abortire.

HAI MAI PENSATO DI ABBANDONARE TUO FIGLIO? No, avrei dato anima e corpo a mio figlio, ma mai lo avrei lasciato. Mai lo avrei portato in un istituto. A costo di non mangiare io, anche se non avessi avuto i miei vicino. Avrei chiesto aiuto alla caritas, avrei fatto qualsiasi cosa pur di tenere mio figlio con me. Aveva bisogno di me, ero l'unica persona che aveva, l'unico suo appoggio ero io e mai lo avrei abbandonato.

CHE CONSIGLIO DARESTI A QUELLE RAGAZZE CHE VIVONO LA TUA STESSA SITUAZIONE? Consiglio a tutte di non mollare, di dare fiducia a chi dimostra loro amore, ma non a parole, ma con i fatti. Di non arrendersi mai, nemmeno quando si ritrovano sole. Di non farsi sopraffare dalla disperazione, ci sono problemi molto più grossi per cui disperarsi. Un figlio è sempre una benedizione!
 
 
FINE

 
 
 
 
 
 
 
 
 


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IL BELLO DELLA VITA

E' da tanto tempo che non scrivo. A volte la vita ti prende per mano e ti porta altrove o semplicemente sei tu che scegli di cambia...